LA SPALLA DEL VIOLINISTA


di Mara Rubino

Lo studio della tecnica di uno strumento musicale e la sua esecuzione impongono degli atteggiamenti posturali protratti, che se non consapevoli e corretti, creano degli scompensi e delle alterazioni a carico delle giunzioni tendineo legamentose, delle articolazioni periferiche,e della colonna vertebrale. L’organizzazione corporea e quindi la nostra postura, se è corretta, ci permette di eseguire e dei movimenti fluidi, coordinati e veloci. Affinchè le articolazioni periferiche possano muoversi senza alcuna rigidità e contratture è necessario che la colonna vertebrale tutta, in particolare il cingolo scapolare e pelvico siano in buona posizione e che lavorino in equilibrio ed integrazione, vi è quindi la necessità di disporre di muscoli elastici, cioè che abbiano la capacità di contrarsi e decontrarsi rapidamente, che lavorino secondo il loro asse fisiologico.

Prendiamo in esame la postura del violinista. Posizione eretta , piedi ben saldi a terra (tutti e due), spalle dritte e collo morbido, leggermente indietro, il violino va posizionato bene a sinistra, appoggiato alla clavicola, possibilmente con la mano destra, tenendo giù braccio e spalla sinistra, cercando di ottenere una posizione mobile del collo, senza serrare il mento ,ciò creerebbe una forte tensione alle vertebre cervicali e ai muscoli del collo e impedendo l’articolazione della spalla sinistra. E’ importante avere la percezione dello strumento a sinistra e dell’arco a destra, in modo tale da aver sempre presente che le spalle sono dritte e aperte e le braccia sono sempre mobili; mentre il riccio del violino dovrebbe essere girato verso l’esterno, e mai verso terra: eventualmente puntato leggermente verso l’alto, per permettere alle corde di risultare parallele al pavimento. E’ facile intuire come la meccanica corporea e si adatti ad alcune leggi, se questa subisce variazioni si differenziano anche le trazioni di carico sulle ossa. L’articolazione della spalla, sicuramente per un violinista è,quella che principalmente viene sottoposta ad maggiori stress meccanici, essa è costituita da un insieme funzionale che permette di collegare l’arto superiore al torace,ha una doppia funzione ,da un lato deve garantire una stabilità nei casi in cui l’arto deve esprimere forza ,dall’altro ampia mobilità al braccio che si deve ripercuotere al gomito e al polso,consentendo alla mano di muoversi liberamente nello spazio. La spalla è costituita da l’insieme scapolo toracico e quello scapolo omerale.l’ergonomia gestuale è legata alla tensione dei muscoli che definiscono il sollevamento e la rotazione della scapola, i muscoli maggiormente impegnati sono il deltoide che s’inserisce nella clavicola e nella spina della scapola che ha la funzione do abdurre ruotare internamente, i muscoli rotatori interni, sottoscapolare, gran rotondo, gran dorsale e gran pettorale, ed i rotatori esterni, sottospinato e piccolo rotondo, i muscoli abduttori, sopraspinato e sottospinato ed i muscoli adduttori gran dorsale, gran pettorale e grande rotondo.

<span “>Il Braccio destro è quello che muove l’archetto nello spazio, affinchè l’archetto risulti il prolungamento dell’arto nello spazio, è necessario che la gestualità sia stabile e che la volta metacarpale sia equilibrata muscolarmente, la scapola rappresenta infatti, l’elemento motore di tutto l’arto. Molti violinisti tendono ad avere la scapola destra alata cioè in rotazione esterna e in abduzione ciò comporta una adattamento della cavità glenoidea ,il braccio destro per portare l’archetto sulla tastiera è costretto ad una flessione della spalla ed una pronazione dell’avambraccio. Una rotazione interna eccessiva dell’omero provoca un’innalzamento della cavita sigmuidea dell’ulna, determinando una tensione eccessiva del pronatore lungo con conseguente alterazione di distribuzione del carico e affaticamento del pollice. Nella tecnica dell’arco il muscolo deltoide è responsabile dei movimenti di abduzione e adduzione della spalla ( Gomito alto e gomito basso ) e gestisce anche il peso che il violinista scarica sull’archetto. Con l’arco al tallone la scapola è abdotta e l’archetto al suo massimo peso quindi il deltoide alleggerisce il peso del braccio assecondando le necessità sonore, alla punta, la scapola è addotta (gomito in basso) e la scapola in massima rotazione interna l’arto in iperpronazione, il polso in lieve estensione per mantenere l’arco parallelo<span “> al ponticello, il deltoide si fa carico di una parte del peso del braccio.

La posizione del braccio sinistro è molto difficile da mantenere poichè i muscoli rotatori esterni sono soltanto due (sotto spinoso e piccolo rotondo) una posizione affidabile funzionalmente si raggiunge con una ampiezza di movimento della scapola che libera gomito e polso. A livello del braccio sinistro e importante mantenere la spalla bassa per evitare l’insorgere di periartrite scapolo omerale infatti non appena si solleva la spalla si crea una collisione fra la testa dell’omero che sale ed il tendine del muscolo sovraspinoso, bisogna fare attenzione a non stringere lo strumento fra la mandibola e la spalla per preservare la colonna cervicale. Nei cambi ascendenti quelle che raggiungono le tonalità alte si ha la tendenza a stringere il gomito al corpo che determina anch’esso un innalzamento della spalla con le conseguenze sopra descritte,nei cambi discendenti invece si effettua una estensione del gomito che va soprattutto a carico del tricipite brachiale che risulta spesso dolorante. La pratica di esercizi di consapevolezza corporea crea la coscienza del sé e del propri patterns motori, ciò induce la correzione e lo scioglimento di eventuali disarmonie muscolari e di allineamento, sviluppando nuovi schemi di azione . Il corpo è il nostro primo strumento e il modo in cui lo si usa ha un effetto notevole sul suono che si crea se nel corpo ci sono meno costrizioni, la percezione sensoriale diventa più accurata e le varie parti del corpo sono più libere di fare aggiustamenti per la produzione di un bel suono. La pratica di discipline come il B/training comporta un miglioramento dell’immagine del corpo, dell’organizzazione della funzione corporea, un rapido incremento del processo creativo, ottimizza la prestazione e svincola la fantasia da vincoli coattivi, da automatismi che spesso causano blocchi, irrigidimenti, dolori, inoltre migliora la coordinazione fine: la tecnica strumentale è sempre una questione di combinazione di movimenti simultanei e percezione dei singoli segmenti corporei che sono chiamati ad integrarsi tra loro con sequenze e tempistiche ben definite in cui il controllo globale è indispensabile, altrimenti un movimento interferirà con un altro. L’esecuzione di esercizi della tecnica B/training migliorano l’immagine del corpo, la tecnica ,la percezione, dell’apprendimento e la qualità della performance.